1) Cosa ne pensa delle recenti dichiarazioni dei vertici SIAE sulla vicenda di Monza?
Innanzitutto tengo a precisare che il nostro gruppo Facebook è un importante punto di riferimento non solo per i mandatari revocati, ma anche per quelli ancora in servizio e per l’utenza, che si rivolge spesso a noi per meglio comprendere determinati meccanismi.
Detto questo, ritengo che quella di Monza sia una situazione molto triste.
Trovo, infatti, difficile comprendere i comportamenti della SIAE: non mi risulta che l’Ente abbia mai ritenuto voler prendere un indirizzo e conseguentemente dettare istruzioni specifiche alla rete territoriale sulle previsioni dell’art. 15 della legge 633/41. Anzi: immagini che addirittura uno dei motivi che hanno determinato la mia revoca consisteva nel fatto che avevo applicato un compenso più basso, ma espressamente previsto da specifica tabella, per un evento, operando la considerazione che il gestore del locale, in occasione del proprio matrimonio, organizzava un intrattenimento nel proprio locale che, guarda caso, corrispondeva anche alla sua residenza (si trattava di una villa dove venivano praticati eventi ed attività di bed and breakfast).
2) Quindi l’episodio di Monza è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più antico legato a come la SIAE gestisce i controlli sul territorio…
In effetti sì. Mi risulta che tutt’oggi l’Ente solleciti continuamente i mandatari affinché assicurino un costante presidio del territorio (e la mancata attuazione di un presidio “stringente” è stata anche motivo di revoca del mandato); l’atto di constatazione, redatto dal mandatario (in questo caso sembrerebbe a seguito di una relazione di cui bisognerebbe verificare la completezza e regolarità) doveva essere validato dal personale della competente sede territoriale che ne avrebbe sancito la regolarità. Interessante sarebbe poi conoscere i compensi applicati dal mandatario e se questi trovano un riscontro tabellare o se sono stati applicati a seguito di precise istruzioni. Mi risulta inoltre che l’Ente, in corrispondenza di fine anno, abbia inviato istruzioni in tal senso, indicando un compenso minimo da applicare per le feste di capodanno organizzate da soggetti non associati, dando istruzione di modificare manualmente i minimi proposti di default dal sistema informativo. Mi spiego meglio: i minimi normali per il ballo durante l’anno sono circa 52 €, ma per i cosiddetti “veglioni” (che vorrà dire poi?) di Capodanno i minimi possono più che triplicarsi, arrivando a 176 €. I sistemi, giustamente, propongono i minimi giusti (cioè a 52 €), e il mandatario deve modificarli manualmente.
3) Questo in effetti fa riflettere in merito al livello di discrezionalità con cui vengono applicate le norme da parte di SIAE in fatto di controlli…
La legge non prevede esenzione dal pagamento del diritto d’autore per i circoli, e le associazioni ecc., anche se in passato, esistevano delle specifiche riduzioni proprio per gli oratori. Nel caso il mandatario monzese abbia applicato un compenso diverso da quello previsto per gli enti associativi (come sembrerebbe facesse sottintendere il Direttore Generale in uno degli articoli che mi è capitato di leggere) bisogna ragionare su quanto sia lecito invece applicare compensi in convenzione per una manifestazione abusiva per la quale ai sensi della Legge 633/41 doveva essere addirittura presentata alle competenti autorità una regolare notizia di reato.
Sempre gli organi di stampa riportavano addirittura come il direttore di sede di Milano sia stato sospeso per questa faccenda. Mi chiedo mai cosa abbia potuto combinare considerato che la pratica è stata portata avanti da un lavoratore autonomo (tale è -ad oggi- il mandatario). Ho letto anche dichiarazioni che asserivano come sarebbero state adottate sanzioni disciplinari per il mandatario. Anche qui mi incuriosisce l’aspetto giuridico della sanzione disciplinare inflitta dall’Ente al lavoratore autonomo e capire in cosa il mandatario abbia sbagliato. Spero ce lo spieghi il direttore generale….
4) L’atteggiamento della dirigenza SIAE sembra dunque quello di scaricare buona parte della responsabilità delle “magagne” (e del relativo danno di immagine) sulla categoria dei mandatari. Mi conferma questa percezione?
Il direttore generale Blandini, sempre sugli articoli che mi è capitato di leggere, sembra addirittura “bullarsi” dell’allontanamento di circa 100 agenti mandatari negli ultimi anni, sollevando, con le dichiarazioni riportate dagli organi di stampa, gravose ombre sul comportamento della totalità degli stessi. Sarebbe più completo e doveroso sottolineare come SIAE sia stata investita, mai come in questi ultimi tempi, da cause di lavoro intentate proprio dai predetti mandatari, a dimostrazione che se di ombre si parla, queste si proiettano anche e forse soprattutto dalla parte dell’Ente.
5) Dunque in sostanza SIAE preferirebbe non perseguire penalmente la violazione dei diritti d’autore anche quando la legge prevede chiare fattispecie di reato, per poter sfruttare l’eventualità di un procedimento penale come uno spauracchio da sbandierare solo in alcune occasioni; una sorta di “spada di Damocle” da sfoderare solo nei casi più gravi. Secondo lei è uno scenario credibile?
Non so dirle se i motivi per cui non vengono fatte le denunce siano da addursi alla ipotizzata “spada di Damocle” o ad altri motivi quali, ad esempio,incuria, ignoranza della materia, scelta politica per non amplificare la già negativa percezione dell’Ente SIAE, tentativo di non ingolfare ulteriormente i Palazzi di Giustizia , timore che una norma allo stesso tempo tanto “pesante” quanto “importante” per la tutela del diritto di autore possa venir (a mio avviso giustamente) cancellata, o chi più ne ha più ne metta. Certo è che gran parte del contenzioso autorale SIAE degli ultimi venticinque anni, dall’idea che mi sono fatto a seguito di uno studio della fattispecie, è falsato da tutta una serie di elementi che ne dovrebbero comportare quantomeno la decadenza. Come certo è che tra i motivi di revoca di un ex collega, veniva contestato il fatto di aver proceduto ad effettuare le denunce senza la preventiva autorizzazione della SIAE. In sostanza, revocato dall’incarico per aver adempiuto ad un obbligo di legge!
6) Ma quindi stiamo dicendo che è la stessa SIAE a fornire indicazioni ai mandatari e agli incaricati del controllo affinché facciano denuncia di reato solo in alcuni casi?
Non è proprio così: fino a quando io ero in servizio la SIAE non forniva infatti alcuna istruzione al riguardo, come non forniva i prestampati per effettuare i processi verbali. La contestazione di Monza si basa su una “relazione” ovvero un atto redatto da un accertatore esterno alla SIAE, incaricato dal mandatario. Tale “relazione” dovrebbe essere stata trasformata successivamente, dal mandatario, in un atto interno di natura civilistica denominato “Atto di Constatazione”. L’atto di constatazione è, appunto, un “atto interno”, non previsto da alcuna norma di legge a quanto io sappia. Non mi sembra, tra l’altro, che successivamente alla mia revoca sia cambiato qualcosa.