Recensione Noctua L9x65: un piccolo mostro

By Simone Renzo

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Secondo appuntamento coi prodotti del brand austriaco, sinonimo di altà qualità da tempo nel campo del raffreddamento ad aria. Molti di voi sicuramente avranno pensato a creare un piccolo pc, magari utilizzando una scheda madre in formato mATX o ITX con un case “a cubo” e hardware di alto livello sia per giocare che per lavorare. Il problema più comune quando si rimpicciolisce l’hardware è il raffreddamento delle componenti e specialmente CPU e scheda grafica, Noctua ci propone quindi una versione potenziata dell’L9 classico a basso profilo migliorandolo su tutti i fronti e mantenendo dimensioni incredibilmente ridotte, ecco l’L9x65!

Confezione

Come da tradizione Noctua la confezione di questo L9x65 si presenta semplice a livello estetico ed utilizza materiali interamente riciclabili, con all’interno una accessoristica davvero notevole che permette un montaggio universale senza la necessità di avere attrezzi esterni. Troviamo infatti le staffe per il SecuFirm 2 sia per socket Intel che AMD assieme al backplate, l’adattatore low-noise per la ventola, un tubetto di pasta termica NT-H1 ed addirittura una chiave a croce per stringere le uniche viti del montaggio.


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Design e Ritenzione

Non si può di certo definire l’L9x65 appariscente, con il suo design estremamente semplice e a basso profilo è appunto studiato per stare in case di piccole dimensioni e tenersi relativamente nascosto rispetto a molti altri dissipatori. Il nome del dissipatore suggerisce che si tratta di una variante dell’L9 con però una altezza di 65 mm che ha permesso di introdurre altre due heatpipe arrivando a ben 4 da 6 mm di diametro che finiscono nella base interamente in rame che andrà a far contatto con la CPU.

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Su due lati troviamo il logo Noctua stampato in rilievo sulle alette in alluminio, inoltre la sagoma del dissipatore permette facile accesso alle uniche due viti di fissaggio alle staffe del SecuFirm 2 che necessiterà del proprio backplate e delle staffe vere e proprie che si adattano al socket. Non possiamo che elogiare il sistema di ritenzione, sempre facilissimo da montare ed estremamente solido ma soprattutto a prova di “sforzi” visto che le viti si fermeranno perfettamente nel punto in cui devono essere fermate, senza andare oltre e senza quindi stressare il PCB della scheda madre.

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Configurazione di Test

Per testare la situazione ottimale di utilizzo dell’L9x65 abbiamo optato per un sistema mATX basato su piattaforma Haswell in un case di dimensioni ridotte dove l’altezza del dissipatore conta moltissimo.

CPU: Intel Pentium G3220 (3 Ghz)

Motherboard: Gigabyte GA-H81M-HD3

RAM: Kingston HyperX Fury 2x4GB 1600 Mhz

HDD: Western Digital Caviar Blue 1TB

Alimentatore: beQuiet System Power 7 300W

Case: Silverstone SG12

L’OS utilizzato è Windows 10 Pro x64 con CPU a frequenza di default (3 Ghz), mentre per il controllo delle temperature abbiamo utilizzato CPUID HWMonitor, il rumore è stato testato con un fonometro e le temperature esterne con un termometro infrarossi.

Risultati dei Test

Come primo test partiamo dal classico idle-load con AIDA64 ed IBT (Intel Burn Test) che ci permettono di ottenere diversi livelli di carico e di capire come un dissipatore si comporti in base al wattaggio consumato dalla CPU stessa, in questo caso il Pentium non è molto energivoro ma come detto da Noctua l’L9x65 è studiato per TDP di 85W massimo.

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Le temperature ottenute in idle rimangono sullo stesso livello essendo entrambi ad aria (un classico) ma notiamo l’enorme guadagno sia su AIDA64 che su IBT con un carico davvero pesante su entrambi i core della CPU, con fino a 15 °C di delta che pone il Noctua diversi gradini sopra lo stock di Intel.

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Dalla misurazione con il termometro ad infrarossi possiamo vedere come il Noctua non abbia una grande escursione termica nel punto “focale” tra le heatpipe che distribuiscono il calore lungo tutto il corpo in alluminio, facendo capire come il calore venga ben distribuito lungo tutte le alette e non rischi di mandare in collasso termico una unica parte del dissipatore stesso, ottimo lavoro quindi eseguito dal team austriaco che conferma la ottima qualità costruttiva.

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Concludiamo le misurazioni col rumore prodotto, la nostra scheda madre Gigabyte non permette il controllo manuale ma gestisce solo dei profili (Silent e Full Speed in questo caso), ovviamente la Noctua A9x14 PWM raggiunge regimi di rotazione nettamente superiori alla Intel con un flusso d’aria assolutamente incomparabile quindi la differenza di rumore al massimo è decisamente giustificata, anche se speravo in qualcosina in meno considerando la fama delle ventole Noctua come le migliori a livello acustico.

Conclusioni

Insomma davvero un gioiellino di dissipatore, questo Noctua L9x65 racchiude il meglio dell’ingegneria del brand che l’ha reso famoso in tutto il mondo, in un form factor estremamente compatto ed adatto a configurazioni ITX e mATX in case dalle dimensioni ridotte. Nonostante possa sembrare semplice come design, a livello costruttivo parliamo del meglio di Noctua specialmente grazie alle 4 heatpipe che distribuiscono il calore in modo ottimale ed alla ventola integrata A9 che rimane silenziosissima ai medi regimi ma permette anche di ottenere prestazioni elevate in sessioni intense, consigliato quindi anche per gaming pc dal basso profilo dove però non si voglia puntare all’overclock.

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Forse vi sembrerà alto il prezzo di quasi 45€ con spedizione Amazon Prime direttamente da Amazon.it, ma ricordiamoci che Noctua vuol dire qualità, facilità di installazione, durevolezza nel tempo e soprattutto prestazioni elevate anche su dissipatori di questo calibro, dove le dimensioni contano più delle performance.

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L’articolo Recensione Noctua L9x65: un piccolo mostro appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.

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