Google in cerca di partner per contrastare gli ad-blocker
Recentemente Google ha pubblicato il bilancio del terzo trimestre del 2015: come sempre l’azienda di Mountain View è in netto attivo ed il settore che più fa bene alle casse è, ancora una volta, quello proveniente dall’advertising. Nell’ultimo periodo si sta però diffondendo l’adozione da parte degli utenti dei cosiddetti ad blocker, ovvero dei software che agendo sul codice sorgente delle pagine web sono in grado di nascondere la visualizzazione di diverse tipologie di annunci pubblicitari.
Nonostante Google abbia già stretto accordi con i maggiori produttori di software come AdBlock e AdBlock Plus al fine di non vedersi bloccati i propri annunci per impostazione predefinita, è probabile che l’approdo di software simili per la prima volta anche su piattaforma mobile – grazie ad iOS 9 – abbia aggravato la percezione dell’ad blocker come un problema per Google e per le aziende simili.
A tal proposito, durante una recente conferenza in Germania il Presidente per le relazioni strategiche di Google nella zona EMEA – Carlo d’Asaro Biondo – ha chiesto alle media firm europee di aiutare i fornitori di banner pubblicitari a raffinare e migliorare le implementazioni di questi ultimi.
Il problema è che gli ad blocker che bloccano tutti gli annunci eliminano anche il buono nel tentativo di eliminare soltanto il male. (cit. “are throwing the baby out with the bathwater”).
Comprendere cosa mister Biondo intenda con il buono ed il male è semplice da intendere: alla prima categoria apparterrebbero gli annunci pertinenti e poco invasivi, parametri a cui tutto sommato gli annunci Google hanno sempre risposto ed oggi ancor di più grazie all’ingresso nel mobile; alla seconda, invece, tutti quegli annunci invasivi e fastidiosi per l’utente che a livello concreto hanno ben poca utilità.
Sostanzialmente l’esecutivo Google ha spiegato perché gli annunci su Internet debbano essere rivisti, mostrando un chiaro segnale di come il fenomeno dell’ad blocking stia diventando sempre più una spina nel fianco per tutti coloro che da questo settore traggono profitto, agenzie di media-marketing in primis.
La speranza di Google è di trovare una partnership con il settore Europeo dei media per porre un rimedio a questo crescente problema, prevalentemente agendo su come la pubblicità viene offerta all’utente e sulla qualità di questa. Il segnale è comunque positivo, poiché almeno 100 media publisher hanno già aderito all’iniziativa.
Sarà abbastanza difficile coinvolgere tutti in questo progetto e sarà altrettanto difficile far ricredere gli utenti sull’uso degli ad blocker, ma è una battaglia che probabilmente vale la pena iniziare.
L’articolo Google in cerca di partner per contrastare gli ad-blocker appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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