Utilizzi Torrent? Sei stato monitorato da almeno 10 società!
Chi, tra voi, non ha mai scaricato un film, una canzone, un libro o semplicemente delle foto utilizzando la piattaforma di file-sharing Torrent? Beh! Da quanto emerso da un esperimento fatto dall’Università di Birmingham, il fatto che non siate mai stati “beccati” non significa affatto che non siate stati già “segnalati”! In realtà, però, la situazione è ancora più delicata di quanto sembra, tanto da essere stata oggetto di una intensa discussione proprio qui, in Italia, al SecureComm di Padova 2012.
Alla Conferenza Internazionale i tre ricercatori Marco Cova, Chris Novakovic e il capo della ricerca Tom Chothia hanno esposto il loro esperimento riguardante l’estrema facilità nell’essere rintracciati utilizzando sistemi di file-sharing famosi quali BitTorrent. L’esperimento, infatti, prevedeva l’utilizzo di un normalissimo PC sul quale è stato installato un software molto simile a quello sovra citato ma, con una sostanziale differenza: il programma non avrebbe condiviso alcun file ma, bensì, avrebbe tenuto traccia di tutti i collegamenti associati in un tradizionale scambio dati.
I risultati sono stati sbalorditivi, in meno di tre ore il computer era stato monitorato da almeno 10 società differenti, alcune delle quali erano legate ai diritti di autore (copyright). Bisogna pensare, poi, che le probabilità di essere tracciato aumentano all’aumentare della popolarità del file che state cercando di scaricare – pensate, ad esempio, ad un film appena uscito nelle sale cinematografiche – per cui, come dice Tom Chothia: “Non è necessario essere un downloader massivo, anche chi ha scaricato un singolo film potrebbe essere stato coinvolto!” E le altre società? impossibile determinare la loro natura, ne il motivo del loro tracciamento dato che, spesso, le società di monitoraggio si affidano a terzi per il tracciamento delle attività illecite.
Secondo i ricercatori, inoltre, questa attività di tracciamento sembra essere molto facile da compiere, anche nel caso l’utente cerchi di eluderli o difendersi. E qui nasce il vero problema, il nocciolo della questione. Tantissime società accumulano dati di tracciamento (ad esempio un ip fisico) ma senza un apparente motivo – magari con l’intensione di utilizzarli nel momento più opportuno, in tribunale! – ma senza poter sapere chi effettivamente sta utilizzando quei computer e, soprattutto, quale file si stanno scambiando. In questo modo non è possibile riconoscere se il file che si sta scambiando è illegale o meno (se è protetto da copyright o ha una licenza gratuita). Capite bene, quindi, che il buono potrebbe essere scambiato per il peccatore, e viceversa!
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