Abbonamenti SMS non richiesti? E’ multa per gli operatori italiani
L’avvento degli smartphone ed in generale della navigazione mobile ha portato con sé un fenomeno abbastanza indesiderato: quello dell’attivazione – involontaria – dei cosiddetti servizi Premium, che per la maggiore corrispondono alla ricezione di SMS o contenuti a cadenza periodica in cambio di una tariffa settimanale o mensile, prelevata silenziosamente ed autonomamente dal credito della SIM o addebitata in bolletta nel caso di abbonamenti.
GUIDA | Come disattivare un servizio SMS in abbonamento non richiesto
Tali servizi sono remunerativi sia per chi li gestisce che per le reti pubblicitarie che li promuovono, pertanto è piuttosto comune, durante la navigazione da smartphone, ritrovarsi faccia a faccia ad una pagina che induce l’utente a cliccare un tasto preciso per attivare uno di questi servizi; il problema è che l’utente lo fa spesso in maniera completamente consapevole e, se non sarà abbastanza rapido da rendersi conto del danno e disattivarlo celermente, inizierà a pagare per qualcosa di indesiderato.
Come già detto, almeno fino ad oggi, attivare un servizio premium la maggior parte delle volte è un attimo: basta un semplice tap mentre si naviga dallo smartphone! Sono stati numerose le lamentele degli utenti verso gli operatori italiani di telefonia, ritenuti responsabili per la semplicità con cui tali meccanismi vengono attivati e per la mancanza di controlli o di conferme prima di procedere all’abbonamento definitivo. Insomma, tra l’utente e l’operatore dovrebbe esserci un consenso esplicito che, di fatto, ad oggi (tranne che per 3 Italia) manca.
Una lamentela arrivata alle orecchie dell’Agcm che, dopo un’indagine, ha preso provvedimenti: l’Antitrust ha infatti irrogato una sanzione complessiva di un milione e 733 mila euro ai danni dei quattro maggiori operatori italiani: TIM (583 mila euro), Vodafone (400 mila euro), Wind (350 mila euro) e 3 Italia (400 mila euro), colpevoli di non aver ottemperato ai provvedimenti dello scorso 13 Gennaio continuando a non acquisire un consenso consapevole del consumatore per l’acquisto di tali servizi durante la navigazione da smartphone.
A parere dell’Antitrust, infatti, le imprese avrebbero potuto e dovuto implementare misure idonee a contrastare il fenomeno delle attivazioni non richieste mediante un unico click per l’acquisto del servizio. Ciò, a maggior ragione, perché si tratta di un mercato che richiede un elevato livello di tutela degli utenti.
Una mancata ottemperanza che ad oggi è ancora in corso per Telecom Italia, Vodafone e Wind, mentre 3 Italia si sarebbe adeguata ad ottenere un consenso esplicito del consumatore introducendo una landing page a cui accordare consenso definitivo per l’attivazione di un servizio premium.
Certo le sanzioni non sono elevatissime ma rappresentano comunque un segnale forte, che invita i maggiori operatori di telefonia mobile a prendere provvedimenti per arginare al fenomeno dell’attivazione involontaria di abbonamenti e servizi premium.
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