YouTube: l’odissea di uno sviluppatore in nome dei TOS!
Vi ricordate di Streamus, l’estensione che abbiamo recensito qualche giorno fa che permette(va) di ascoltare la musica di YouTube? Dal 14 luglio verrà rimossa dallo Store estensioni di Chrome, e l’odissea che c’è dietro ha dell’incredibile.
Partendo dal presupposto che i TOS di YouTube sono “legge” per tutti quelli che orbitano intorno al servizio di streaming più famoso al mondo, la loro interpretazione e applicazione è decisamente lacunosa al punto da generare dispute e situazioni drastiche anche con le migliori intenzioni possibili.
Cosa meglio del racconto dello sviluppatore stesso di Streamus, Sean Anderson, che ha reso pubblica la sua faccenda e la sua odissea con YouTube e i TOS? Mettetevi comodi e preparate i PopCorn!
L’inizio: l’app viola i TOS
Sean viene contattato dall’ufficio legale di YouTube perché l’estensione viola apertamente i TOS del servizio riproducendo dei video solamente l’audio, lasciando la riproduzione del video stesso in background (in maniera non visibile all’utente).
Lo sviluppatore, che teneva tantissimo all’app visto anche il grandissimo successo, decide di dialogare con loro per trovare un compromesso che evitasse di dover rinunciare all’estensione. Lo sviluppatore non riceve risposta alcuna dall’ufficio legale.
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Il continuo: si cerca una soluzione al problema video
Sean viene finalmente contattato da un membro dello staff di YouTube e non più dall’ufficio legale; con questo tizio stabilisce una fitta discussione tra sviluppatori su come risolvere ogni problema dell’estensione, in maniera da farla rientrare nei TOS.
Il problema primario è la comparsa del video nell’estensione: bisogna far vedere il video, o è violazione dei TOS; lo sviluppatore lavora sodo e riesce ad integrare i video interi all’interno dell’estensione, visibili aprendo l’estensione stessa.
Il problema sembra risolto, anche il membro dello staff YouTube sembra molto soddisfatto, ma….
Nuovo ostacolo: le pubblicità
L’estensione è di nuovo minacciata: lo staff di YouTube comunica a Sean che nell’estensione con compaiono gli ads (le pubblicità); essendo queste imprescindibili per YouTube (che guadagna con esse) lo sviluppatore è pregato di integrare gli ads nei video riprodotti con l’estensione, pena l’esclusione dallo Store.
Lo sviluppatore ci lavora tantissimo tempo (giorno e notte) per trovare una soluzione…senza un nulla di fatto! L’estensione è ormai a rischio chiusura.
La scoperta: HTML5 e gli ads
Lo sviluppatore, dopo aver sudato 7 camicie per capire come risolvere il problema ads, scopre casualmente che il problema degli ads è di YouTube stesso! Paradossalmente le API rilasciate dallo staff YouTube non mostrano la pubblicità usando HTML5 nel codice sorgente (usato da tutte le estensioni, compresa Streamus): non potendo usare Flash (ormai in disuso e non più compatibile con le API), il problema è alla radice! La violazione dei TOS non è applicabile, visto che la carenza di pubblicità è data da YouTube stessa, non dal povero sviluppatore.
Sean segnala tutto al membro dello staff, viene riconosciuto il problema e l’estensione salvata fino a nuovo ordine. Un punto importante per Sean!
La tragica fine: i video in primo piano, o sei fuori!
Evidentemente a qualcuno non stava bene che non si facessero soldi da quest’estensione, e sono stati messi in campo i cavilli più cupi dei TOS!
Sean viene contattato recentemente dallo stesso tizio con un’accusa a dir poco ridicola: l‘estensione non mostrava i video in primo piano, riproducendoli in background quando l’estensione non è aperta. Ciò viola i TOS, quindi l’estensione verrà bloccata il 14 Luglio senza alcun appello (salvo risoluzione del problema).
Sean è scettico, addirittura allibito! Come può un’app che fa della riproduzione in background il suo punto di forza, dover a tutti i costi mostrare il video in primo piano? È assolutamente assurdo!
Per chi non avesse ancora capito: quando si usano le API di YouTube in servizi terzi (in un sito o in un’app) i TOS richiedono che il video sia sempre in primo piano, e in caso si cambi pagina o si riduca in background un’app bisogna fermare la riproduzione del video stesso. In poche parole YouTube vieta a tutti i costi la riproduzione in background.
Mesi e mesi di contatti e risoluzioni, buttate alle ortiche! Sean è evidentemente arrabbiato, manda un’email a YouTube con tutti i siti che sfruttano le API ma che, cambiando scheda del browser (dovrebbero fermarsi i video, secondo i TOS), non fermano affatto il video anzi!
Sean ha capito che questo è un’ostacolo insormontabile per la sua estensione, ed annuncia a tutti la sua chiusura tramite una finestra popup quando si apre l’estensione.
Quello che lui (e io) non riusciamo a capire è: perché lo staff si é prodigato per risolvere ogni problema dell’estensione (sapendo benissimo che già stava violando i TOS riguardo al background), per poi giocarsi questa carta solo quando si è capito che non si poteva integrare la pubblicità dei video?
Conclusioni
Ecco il mio pensiero “malignoso” riassunto in poche righe:
- sono sicurissimo che in caso gli ads fossero stati integrati via API su HTML5, il problema dei video in background non sarebbe riemerso, perché sarebbe stata una perdita di guadagno per YouTube;
- una volta capito che gli ads non erano integrabili via API (colpa di YouTube), si è giocata la carta jolly sui video in background;
- lo staff aveva l’obbligo di segnalare la violazione di questa parte dei TOS (video in background) fin dall’inizio, anche per evitare ore, giorni e mesi di assiduo lavoro sul codice da parte del povero sviluppatore; perché si è voluta mantenere l’estensione “viva” finché c’era la possibilità (poi svanita per cause tecniche) di integrare gli ads?
- YouTube ha sempre ragione;
- il dio denaro ha più ragione di tutti.
Le leggi sono importanti, ma è ancora più importante chi le fa applicare e rispettare. Ecco l’immagine con l’intero dialogo via email tra Sean e il membro dello staff di Youtube.
LINK | Dialogo YouTube-sviluppatore
L’articolo YouTube: l’odissea di uno sviluppatore in nome dei TOS! appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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