Studenti imbroglioni agli esami? Un drone li smaschererà

By Jessica Lambiase

drone-esame

Sono circa 6 milioni, secondo le stime del Beijing Times (importantissima testata di Pechino), gli ex studenti delle scuole superiori a sostenere i test d’ingresso per le prestigiose università Cinesi: da sempre le aspiranti matricole si preparano già con mesi d’anticipo per sostenere i complessi test che assicureranno loro l’ingresso negli atenei, tuttavia esiste quella categoria di studenti che, per pigrizia o poca fiducia in sé stessi, fanno ausilio di tecniche non esattamente lecite per assicurarsi quell’aiutino in più che male non fa.

Sarà proprio questa categoria di utenti a cadere “vittima” di una nuova pratica che sarà introdotta nei prossimi test d’ingresso delle università Cinesi: ci sarà un drone a sorvegliare gli esaminandi a 500 metri d’altezza rispetto alle aule d’esame, e tutto questo per intercettare segnali radio sospetti che potrebbero arrivare dritti dritti alle orecchie dei candidati, grazie a degli auricolari nascosti.

Insomma un metodo estremamente moderno per intercettare la strategia d’imbroglio più vecchia del mondo, ma che potrebbe avere riscontri ancor più interessanti: e se l’idea di un drone – o, in qualche modo, di un dispositivo volante – dovesse insinuarsi anche fuori dalla Cina, magari nelle Università Italiane o peggio ancora negli istituti superiori del nostro Paese, non per monitorare i segnali audio ma per avere piena visuale dall’alto di ciò che succede tra i banchi, scongiurando il rischio di libri che spuntano dal banco, fogli che volano da un banco all’altro, pezzi di testo scritti sulla pelle… e via dicendo?

Certo ospitare un drone in un’aula non è un’idea sostenibile sia per la dimensione dei dispositivi, sia per il prezzo, sia per il rumore che disturberebbe gli studenti… ma se fossero ideati, magari proprio in Cina, device più piccoli e più silenziosi che possano monitorare dall’alto i banchi degli studenti alle prese con esami e compiti in classe, trasmettendo le immagini in diretta all’insegnante di turno?

In realtà qualcuno in Belgio ci ha già provato ed ha fallito (soltanto per alcuni limiti “tecnici” del dispositivo testato), ma visto l’evolversi rapidissimo della tecnologia e questo “pericolosissimo” (per gli imbroglioni, si intende) precedente in Cina, il copia-copia potrebbe avere vita ancora breve. Per la gioia dei docenti di tutto il mondo e con buona pace di chi, almeno una volta della vita, si è concesso un aiutino non proveniente dal sano studio.

Chissà chi lo sa!

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