Periscope: è davvero una rivoluzione? [Editoriale]
Improvvisamente ci ritroviamo tutti pazzi per Periscope. Non possiamo più farne a meno, ora dobbiamo assolutamente usare Periscope o non siamo nessuno, nemmeno nel libertino Web che offre una possibilità a tutti (ma proprio tutti). Ma partiamo dal principio.
La diretta streaming casalinga è da sempre un punto di forza per chi fa blogging al punto da far nascere il termine “vlog”, un blog composto principalmente di riprese video del diretto interessato e di tutto ciò che fa, di solito postate su YouTube o altre piattaforme simili.
Lentamente il livello delle riprese si è evoluto, ha perso i contorni di una ripresa amatoriale diventando sempre più “televisiva”, diventando a tutti gli effetti un mezzo per fare TV sfruttando il Web. Non a caso adesso i live si fanno quasi prevalentemente con YouTube anche per una questione di guadagno: i migliori interpreti della piattaforma di videosharing firmata Google vantano, grazie alla loro abilità televisiva e ai loro contenuti molto più interessanti (almeno per il target a cui puntano), guadagni inimmaginabili con altri lavori “offline” (anche 5000€ al mese).
La rivoluzione Periscope?
Arriviamo quindi alla rivoluzione live che stiamo vivendo negli ultimi giorni. Twitter qualche tempo fa ha acquistato Periscope e Periscope è diventata in pochissimo tempo l’app del momento. Tutti gli utenti mobile sono colpiti da un’improvvisa voglia di riprendersi, una febbre da streaming che non si sa come sia iniziata e mai quando finirà (come tutti i tormentoni del Web dopotutto).
Guardando un po’ oltre possiamo vedere che è bastato davvero poco: un servizio (e app) semi-anonimo acquistato da un colosso, un’improvvisa pubblicità massiccia da parte di blogger, vlogger famosi e testate giornalistiche importanti ed improvvisamente tutti vogliono provare Periscope, secondo la legge occulta “se tutti ne parlano, vuol dire che devo assolutamente provarlo”.
Ora andiamo live in qualsiasi momento della giornata e condividiamo il nostro quotidiano 24H, così da poter essere seguiti da tutti.
Praticamente è una minestra riscaldata, ma riproposta ai nostri occhi per essere buonissima: ora possiamo visitare un museo seguendo il vlogger mentre fa il suo giro turistico, oppure cercare gatti e vedere le riprese live di gente che accarezza il proprio gatto mentre dorme o fa le fusa (!!!).
Cosa ne facciamo di Periscope?
Periscope può davvero essere utile?
Il discorso è difficile da affrontare, ma personalmente la risposta è no (risposta secca e diretta) e cercherò di spiegarvi i motivi (risposta elaborata).
Il blogging e il Web hanno trasformato l’informazione verticale (quella dei vecchi giornali di carta) in informazione orizzontale (blog, vlog, aperiodici etc). Mentre con l’informazione verticale potevamo “solo leggere o vedere” quello che ci veniva proposto senza poter interagire, con l’informazione orizzontale possiamo essere partecipi inserendo commenti, ponendo domande, video di risposta e quant’altro.
Periscope si pone nella seconda categoria: una semplice diretta video diventa a tutti gli effetti uno streaming interattivo, un talk show dove i protagonisti non sono gli ospiti VIP di qualche salottino pomeridiano, ma siamo tutti noi.
Da una parte chi va “on air” su YouTube senza dover interagire con nessun utente durante la diretta (salvo i commenti in seguito) dall’altra il pubblico di Periscope che interagisce in real time con commenti, facendo richieste e domande ai partecipanti del live.
DOWNLOAD | Periscope for Apple
Detto così sembra un servizio straordinario, ma analizzando bene il meccanismo che Periscope segue possiamo vedere che tale tipo di servizio (diretta live streaming) esiste da almeno 3 anni grazie ad Hangouts On Air, servizio integrato in Google+.
LINK | Hangouts On Air
Uniche vere differenze? Periscope nasce per essere utilizzato solo via smartphone e tablet; basta una fotocamera di un device portatile Apple per iniziare subito a riprendersi e dialogare con tutti quelli interessati alla nostra ripresa.
Quando il marketing virale del Web spinge, c’è poco da fare: tutti i 300 servizi simili precedenti devono cedere il passo alla novità del momento, visto che la gente è attratta ora da tutto ciò che è pubblicizzato bene (Apple ha fatto tanta scuola in questi anni, ndr).
Al momento l’app è disponibile solo su dispositivi Apple, ma c’è da credere che presto sbarcherà anche su Android per conquistare sempre più utenti.
Magari qualcuno la riterrà utile tra qualche tempo come utile fu all’epoca il lancio di Instagram, ma al momento i presupposti per usare Periscope al posto di altri servizi sono solamente curiosità, aggregamento al fenomeno virale del momento e voglia di mettersi in mostra; reputo difficile che un vlogger serio userà questo strumento al posto di YouTube, al massimo lo integrerà man mano per aumentare il numero di seguaci.
Per ora è “leggermente” inutile.
L’articolo Periscope: è davvero una rivoluzione? [Editoriale] appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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Penso che non sia inutile in se, ma l’uso che se ne fa può risultare inutile, quello si.
Lo strumento è interessante, come d’altronde lo sono altri strumenti (vedi Hangouts Indoona ecc..) quindi l’inutilità la vedo per l’uso “stupido” che se ne fa e non lo strumento in se.