Redirezione nel terminale – Parte 1: angolari e pipe
Quando si parla di Linux è inevitabile pensare al terminale: la vista di una semplice riga di testo che indica il percorso corrente (o l’username, uno $, un # o qualsiasi altra cosa) e quel cursore lampeggiante potrebbero spaventare, d’altra parte la vita di un utente Linux con una buona conoscenza dei comandi bash è decisamente più semplice.
Una delle cose che potrebbe far comodo è la conoscenza degli operatori nella shell, dei comuni caratteri presenti sulla tastiera che all’interno del terminale hanno un significato “speciale”: il tema che andremo ad affrontare in questa rubrica, suddivisa in tre parti, è quello della redirezione.
Prima di continuare è bene fissare un concetto: di norma si parla di standard input ed output da terminale intendendo, rispettivamente, ciò che viene inserito dall’utente tramite la tastiera e la conseguente risposta del terminale dopo la pressione del tasto INVIO.
Il terminale può anche non prendere input solo da tastiera (può farlo, ad esempio, da file) e può non restituire output soltanto su schermo – ma può farlo anche su file, o può ancora “inoltrare” l’output verso un secondo comando successivo. Se non diversamente specificato, per impostazione predefinita il terminale attende input da tastiera e restituisce output su schermo. Esiste inoltre un terzo attore, lo standard error, in cui la shell restituisce esclusivamente i messaggi d’errore.
La prima parte di questa rubrica tratterà gli operatori “angolari” ed il pipe considerando soltanto standard input e output: saranno analizzati i quattro operatori di base “”, “>>” e “|”.
Redirezione nel terminale: Parte 1 – Angolari e pipe (vi trovate qui)
Redirezione nel terminale: Parte 2 – I filtri per pipe (prossimamente)
Redirezione nel terminale: Parte 3 – File descriptor, standard error ed operazioni complesse (prossimamente)
Redirezione nel terminale Linux – L’operatore <
Si tratta di un operatore di redirezione per input.
Supponiamo ad esempio di avere un file contenente dei numeri, uno per ogni riga, e di voler visualizzare a terminale tali numeri ordinati in maniera crescente. Per procedere utilizzeremo il comando “sort” (che gestisce l’ordinamento) e diremo al terminale, grazie all’operatore “<“, di non aspettare l'inserimento dei numeri da tastiera ma di prelevare i numeri da ordinare dal file “numeri_dis”.
Ciò può essere ottenuto digitando a terminale il comando
sort -n < numeri_dis
Che ci restituirà quanto segue:
Redirezione nel terminale Linux – Gli operatori > e >>
Questi due operatori, abbastanza simili tra loro, permettono invece al terminale di scrivere il risultato di un comando non su se stesso ma “da qualche altra parte”. Nel nostro caso, faremo redirigere l’output su un file.
Ad esempio, supponiamo di voler salvare la lista dei file contenuti in una directory in un documento di testo. Potremo utilizzare il comando ls (che effettivamente mostra questa lista a terminale) e redirigere il suo output – grazie all’operatore “>” – nel file “lista_file.txt”. Prima di procedere è bene sapere che se il file non esiste verrà creato, mentre se è già esistente verrà sovrascritto.
ls -al > lista_file
Questa volta il terminale non mostrerà nessun output perché con l’operatore > gli è stato ordinato di “dirottare” l’output verso il file specificato a destra.
infatti, andando a spulciare nel file di testo, sarà possibile trovare l’output che ci si aspettava dal comando “ls -al”.
L’operatore “>>” funziona in maniera analoga con la differenza che, se il file verso il quale viene rediretto l’output esiste già, questo non sarà sovrascritto. Il nuovo output sarà aggiunto in coda al file stesso.
Redirezione nel terminale Linux – L’operatore |
Questo operatore altresì noto come “pipe” unisce in sé le funzionalità degli operatori di input e output visti precedentemente: il | funziona letteralmente da tubo a due bocche e serve per redirigere l’output di un primo comando come input del secondo. In parole ancora più semplici, ciò che esce dal comando a sinistra del | entra nel comando alla sua destra.
Un esempio pratico: il comando cat serve a mostrare in output il contenuto di un file, mentre il comando grep serve a cercare una parola o una frase all’interno di un file e mostrare in output l’intera riga contenente la parola o frase cercata. Ecco due esempi:
Immaginate di voler “unire” in un solo comando la situazione precedente, passando l’output del comando “cat” come input del comando grep: è proprio qui che entra in gioco l’operatore pipe. Digitando infatti
cat prova | grep 'Chimera'
si otterrà un risultato combinato dei due comandi – non sarà più necessario specificare il file come parametro del comando grep in quanto esso riceverà tutto il suo contenuto dal comando cat, proprio grazie al pipe.
Tutti gli operatori visti fin ora possono essere combinati tra loro: nell’esempio che segue, infatti, andremo a cercare la riga contenente la parola “Chimera” nel file di testo prova.txt e redirigere la riga trovata in un secondo file di testo:
Per il momento è tutto, ci risentiremo alla prossima puntata!
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